..."Dire la verità,quello che non so,che cerco,che non ho ancora trovato.Solo così mi sento vivo."

martedì 20 agosto 2013

"Toto le héros - Un eroe di fine millennio" di Jaco Van Dormael (1990)

"Cosa sei diventato in tutto questo tempo?
Non lo so. Forse quello che non ho mai voluto essere."

“Toto le Héros – Un eroe di fine millennio” è il primo straordinario lungometraggio del regista belga Jaco Van Dormael, l'autore del più recente “Mr Nobody”.
Si tratta anche in questo caso di un'opera estremamente particolare e stravagante, che sfugge ad ogni classificazione, caratterizzata da un'estrema freschezza, nella quale già si trovano tutte le cifre stilistiche e le tematiche che caratterizzeranno anche i due successivi film dell'autore.
Anche questa pellicola è caratterizzata da un intreccio complesso, visto che la narrazione fluttua tra i ricordi dell'anziano protagonista, con quella continua commistione tra realtà ed immaginazione, ma nonostante questo l'atmosfera risulta sempre di una leggerezza incredibile, quasi magica.

L'inizio è criptico: le prime sequenze infatti ci mostrano l'omicidio di un anziano signore ed il trasporto del corpo dentro un sacco bianco per eseguire l'autopsia. Poi compare la figura del singolare protagonista, Thomas, un altro vecchio alquanto bizzarro che vive in un ospedale psichiatrico, ossessionato dal desiderio di uccidere un certo Alfred che in seguito scopriamo essere il suo vicino di casa quando era bambino.
Il motivo di questo odio? Semplice: (si fa per dire) Thomas sin da piccolo ha vissuto con la convinzione di essere stato scambiato quando era ancora in culla, proprio con Alfred, a causa di un incendio nell'ospedale e di aver quindi vissuto nella famiglia sbagliata. Non si sa se questa idea derivi soltanto dall'invidia nei confronti di quello che era il bambino più ricco del paese, oppure sia dovuto ad altro. Thomas dice di ricordare esattamente l'incendio... sarà vero? sinceramente, alla fine, procedendo con la visione non ce ne interessiamo neppure...

La forza del film, infatti, sta nel modo in cui Van Dormael ci fa ripercorrere la vita del protagonista, in tre età diverse, l'infanzia, la maturità, la vecchiaia, anche stavolta andando avanti ed indietro nel tempo. Non si fa altro che seguire il flusso di coscienza del protagonista, trasportati da una colonna sonora azzeccata per ogni situazione. E la maestria del regista è tale da farci avvertire il Tempo, come in Mr Nobody, non come un entità pesante, ma leggera, quasi priva di consistenza. Con il tempo ci possiamo giocare e possiamo farci quel che ci pare grazie all'immaginazione.

E così anche qui il film scorre leggero fino al finale in cui scopriamo il responsabile e le motivazioni di quell'omicidio iniziale. Nel mezzo tra il prologo e l'epilogo, però, c'è un intera vita, un'immensità di emozioni.

La parte più splendida è quella dedicata all'Infanzia, come ci si dovrebbe aspettare da un tizio che prima di mettersi a fare il regista faceva il clown e l'animatore per bambini. Questa parte, che scorre veloce sulle note della canzoncina “Boum” che il padre intonava al pianoforte, è piena di allegria e malinconia allo stesso tempo, ci si commuove, ma al contempo si sorride e spesso si arriva anche a ridere. Vediamo la storia (la vita) con gli occhi di un bambino e ci sembra quasi una fiaba. Così ci emozioniamo tantissimo nelle scene che ritraggono lo splendido rapporto del protagonista Thomas (il nostro Toto, soprannominato dagli altri bambini “patata lessa”) da una parte con il fratello down di nome Celestino, dall'altra parte quello con l'estroversa ed enigmatica sorella Alice. Personaggio bizzarro al punto da andare a minacciare la statua della Madonna in chiesa con il pugno teso per far si che esaudisca i suoi desideri. Tra Thomas e Alice c'è un sentimento che non può che essere definito amore. Le scene tra loro due sono una più bella dell'altra e malgrado l'apparenza incestuosa, sono di tale tenerezza, da non farci mai avere il dubbio se fare o meno il tifo per loro.

Nella stagione della vita successiva, troviamo un Toto diventato adulto che però conserva ancora un animo da bambino, pieno di insicurezze. E così lo vediamo innamorarsi di una donna sposata di nome Evelyn, con la quale stringe un rapporto molto simile a quello avuto con la sorella, dove nuovamente si raggiungono vertici di poesia...

Quello che abbiamo di fronte altro non è che un uomo comune, uno che come tanti nella vita ha collezionato errori, ha detto le parole sbagliate al momento sbagliato, è salito su treni su cui non sarebbe mai dovuto salire. Ma è questo che lo rende così vicino a noi...

In ogni caso, non voglio svelare altro sulla trama... Fidatevi, è un film splendido, emozionante come pochi, con, per di più, una fotografia di bellezza cristallina ed una regia che denota un enorme talento ed una grande inventiva.


Specialmente se avete visto Mr. Nobody e come me lo avete adorato, non potete non amare anche questa piccola storia dell'eroe Toto... indubbiamente un altro gioiello da recuperare!


*curiosità: proprio come Mr Nobody Toto le héros richiese dieci anni di lavoro dal momento che Van Dormael riscrisse il copione almeno otto volte.


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